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Scatta l’allarme per i contribuenti, l’Agenzia delle Entrate ha aperto le ostilità fiscali, inviando un’ondata di avvisi di pagamento a cui seguono velocemente i pignoramenti.
Migliaia di italiani si troveranno a dover affrontare i pignoramenti sui loro conti correnti, stipendi, pensioni, redditi da lavoro autonomo e affitti.
Quando un conto corrente viene pignorato, il titolare non può più usarlo liberamente. Il conto viene bloccato e il denaro può essere prelevato dal creditore per pagare il debito. Per fare questo, il creditore chiede alla banca di verificare quanto denaro c’è nel conto. Se c’è del denaro, la banca deve darlo al creditore. Se non c’è denaro, il creditore non può chiedere nulla alla banca. Anche se si aprisse un nuovo conto in un’altra banca, questo potrebbe essere pignorato a sua volta. Le regole per pignorare un conto sono diverse a seconda di chi chiede il pignoramento, per esempio se è un privato o l’Agenzia delle Entrate.
Se il conto è bloccato perché c’è un debito con il fisco, hai due mesi per pagare tutto. Se non paghi, lo Stato prenderà i soldi direttamente dal conto.
Per sbloccare subito il conto, puoi chiedere di pagare a rate. Pagando la prima rata, il conto si sblocca.
Se muori, il problema passa ai tuoi eredi, a meno che non rifiutino l’eredità
Esistono delle limitazioni di attuazione del pignoramento in relazione alla tipologia di conto corrente:
Per le somme presenti al momento del pignoramento è consentito un prelievo che eccede il triplo dell’assegno sociale, che nel 2024 è stato innalzato a 534,41 mensili per13 mensilità, quindi 534,41X3 = 1.603,23 euro.
Ad esempio se il saldo del conto è di 3000 euro, si potrà prelevare la somma eccedente i 1.603,23 euro, quindi 1.396,77 euro. Dopo il pignoramento, la somma che si può prelevare è al massimo di un quinto dello stipendio o pensione.
Se il creditore è l’Agenzia Entrate Riscossione, questa somma può variare ed è: – un decimo dello stipendio quando questo è minore di 2.500 euro – un settimo dello stipendio quando questo è superiore a 2.500 euro – un quinto dello stipendio quando questo è superiore a 5.000 euro.
Grazie a queste procedure puoi fermare i pignoramenti e trovare un modo per ripagare i tuoi debiti in modo graduale.
Un esperto ti aiuterà a capire come fare e a trovare la soluzione migliore per te.